Su una parete della sacrestia della nostra parrocchiale, sono allineati cinque ritratti dei parroci che hanno guidato la comunità di San Sebastiano: don Francesco Ringhini, don Teodosio Roveglia, don Angelo De Giacomi, Mons. Giovanni Battista Masneri e don Mario Prandini.
Per don Antonio Maria Pezzucchi, primo parroco nominato nel 1839, e per don Arcangelo Zanetti, suo successore, il ricordo viene affidato ad una pergamena che Mons. Silvio Perini, settimo parroco di San Sebastiano, fece incorniciare, prima di lasciare la parrocchia nel 1982 per dedicarsi all’importante compito di vicario episcopale della diocesi per l’apostolato dei laici.
Le immagini dei cinque parroci e la preziosa pergamena rammentano una continuità nell’impegno che, con l’aiuto della Divina Provvidenza, ha permesso alla nostra chiesa locale vitalità e testimonianza cristiana fino ai nostri giorni.
A mons. Giovanni Battista Masneri la comunità ha tributato un’ulteriore attestazione di riconoscenza: la sua effigie appare nella XIII stazione della Via Crucis, sopra l’altare del Santissimo Sacramento. In questo suggestivo affresco della Deposizione, l’artista Oscar Di Prata immortalò mons. Giovanni Battista Masneri, a perenne ricordo, per il suo impegno nella realizzazione della nuova chiesa.
Nel 1990, grazie alla determinazione e alla volontà del parroco Don Mario Prandini, il doveroso riconoscimento per il gravoso compito di donare ai parrocchiani un nuovo tempio, si concluse con la translazione della salma di Mons. Masneri all’interno della chiesa stessa, davanti all’altare della Madonna, dove viene conservato il Santissimo Sacramento.
Le parole incise sulla lapide, dettate da mons. Fausto Balestrini, delineano efficacemente il profilo di questo grande parroco e riflettono il pensiero dei parrocchiani riconoscenti.
«RIPOSANO QUI LE SPOGLIE MORTALI DI MONSIGNOR GIOV. BATTISTA MASNERI
N.21-2-1908 M. 20-9-1969
PARROCO PER 27 ANNI DI LUMEZZANE S. SEBASTIANO
AL SUO POPOLO APPARVE UOMO DI RARA SENSIBILITÀ, MAESTRO DI PREGHIERA E SPIRITUALITÀ, RICERCATO CONSIGLIERE, SEMINATORE DI PACE E DI PERDONO.
LA SUA SCOMPARSA NE EVIDENZIÒ L’ALTA STATURA MORALE.
NEL MOMENTO STORICO DELLA CRESCITA DI LUMEZZANE, COAGULÒ ENERGIE, PROGETTÒ COSTRUÌ ORNÒ QUESTA CHIESA PARROCCHIALE DANDO NUOVO VOLTO
AL CENTRO URBANO – 26 -10 -1990»
Elogi a Mons. Masneri vennero tributati in molte occasioni; qui citiamo alcuni passaggi significativi dell’articolo che, il 16 Marzo 1957, la Voce del Popolo gli dedicò in occasione della sua nomina a Monsignore.
Accanto a doti singolari, vengono tracciate alcune note biografiche da cui emergono aspetti inediti della sua poliedrica personalità.
La nomina a Canonico onorario della cattedrale di Brescia appare un riconoscimento certamente meritato per un «indefesso apostolato che dura ormai da venticinque anni di sacerdozio e da quindici di parrocchiato a Lumezzane. La croce che brillerà sulla mantelletta cremisi è non solo un segno di dignità ecclesiastica, ma un simbolo di merito».
«Nato a Pontoglio nel 1908, egli diede nel tirocinio seminarile tali garanzie di aperta intelligenza e di saggezza che, primo, fu prescelto, non ancora suddiacono a frequentare a Roma dal 1928 al 1931 la facoltà teologica della Pontificia Università Grego-riana. A Roma ricevette il diaconato, a Brescia l’ordinazione sacerdotale il giorno dell’Assunta del 1930 e di nuovo nella capitale, l’anno seguente, la laurea in teologia Dogmatica.
L’anello dottorale, conquistato in tre soli anni di facoltà, non lo insuperbì certo.
Nell’ottobre 1931 era professore nel seminarietto di Botticino, paziente insegnante di latino ai piccoli aspiranti al sacerdozio, e dopo cinque anni, curato a Montichiari.»
Alla morte di Don Angelo De Giacomi, il 13 settembre 1942 fu nominato parroco a Lumezzane San Sebastiano.
Nella «industriosissima borgata, ben diversa per caratteristiche economiche e sociali dalla cittadina della pianura occidentale, egli mise a frutto ogni dono che Dio gli aveva dato, cercando di stringere intorno a sé una comunità parrocchiale di singolare vivacità sociale e ricca di spiccate individualità.»
«Ci riuscì a meraviglia», commenta il giornalista, prima di elencare le opere che seppe realizzare.
«Raccogliendo l’eredità del suo benemerito predecessore, egli completò l’Oratorio, costruì un Teatro moderno, diede vita ad un campo sportivo modello, e soprattutto realizzò, amalgamando ogni forza vitale e di buona volontà del paese, quella mirabile opera che è la nuova Chiesa, dando concretezza ad un sogno ed un desiderio del suo predecessore e di tanti, anzi di tutti i Lumezzanesi.
Sempre pronto in ogni opera assistenziale, religiosa e civica, appoggio sicuro per chiunque fosse bisognoso di un suo consiglio, egli realizzò nella Colonia di Igea Marina uno strumento di salute fisica e morale per bambini ed adolescenti del suo paese.
Per fare ciò, egli ha potuto far leva, oltre che sull’affetto intensissimo di una mamma preoccupata di null’altro che fosse sempre all’altezza del suo difficile ministero, anche sulla collaborazione dei fedeli confratelli, e soprattutto di Don Evaristo Zubbiani, anima delle opere giovanili.»
L’articolo della Voce del popolo si concludeva con gli auguri «più fervidi per un avvenire ricco di opere e di consolazioni». In effetti l’attività di Mons. Masneri in parrocchia, interrotta prematuramente con la morte il 20 settembre 1969, all’età di 61 anni, fu intensa fino alla fine.
Ritroviamo una commovente testimonianza nelle parole che mons. Lorenzo Lebini pronunciò il 20 ottobre seguente, durante l’ufficio in DIE XXX.
«La sua prima preoccupazione era di non essere più in grado di reggere la Parrocchia; la malattia lo andava debilitando ogni giorno di più. Due volte aveva offerto al Vescovo le sue dimissioni: soffriva tremendamente di non poter più avere quella facile comunicativa degli anni felici, di non avere le forze di reggere a un dialogo anche solo un po’ impegnativo, di non poter assolvere come una volta a tutte le sue mansioni.»
La testimonianza di mons. Lebini, suo amico fin dagli anni giovanili (erano dello stesso paese), ci ricorda la profonda spiritualità di mons. Masneri.
«Mi è rimasta nella mente una particolare visione di mons. Masneri, frutto della sua devozione alla Ma-donna.
Non parlo della sua devozione Trinitaria, Eucaristica, liturgica. Era un teologo e ben conosceva le gradazioni della pietà. Ma tutte le volte che tornavo in colonia era là sul terrazzino a camminare avanti e indietro con la corona del Rosario in mano. Tutte le volte che venivo a Lumezzane lo vedevo qui in Chiesa, camminare avanti e indietro, con la corona del Rosario in mano. Quanti ne diceva ogni giorno?»
La nuova chiesa di San Sebastiano, dedicata ai santi patroni, è anche in onore della Beata Vergine Assunta che venne raffigurata nel grande affresco di Trainini, e una statua dell’Assunta avrebbe dovuto dominare la facciata della chiesa, e, a tale scopo, era stato preparato un bozzetto dallo scultore Mario Gatti.
Del resto, mons. Masneri serbava in cuore il ricordo della patrona del suo paese natale, Maria S.S. As-sunta, e, come abbiamo già ricordato, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il giorno dell’Assunta del 1930.
L’accorata esortazione che mons. Lebini rivolse ai parrocchiani che parteciparono commossi alla celebrazione del 20 ottobre 1969, può essere estesa anche a coloro che non ebbero la gioia di conoscere mons. Masneri: «non dimenticate mai questa eredità preziosa di affetto e sofferenza».
Un profondo amore per i suoi parrocchiani che volle esprimere anche nel suo testamento spirituale:
«Ringrazio il Signore per tutto il bene che mi ha elargito, per tutti quelli che mi han fatto del bene e mi han perdonato. Raccomando a Dio la mia anima e tutte quelle che mi sono state affidate. A tutti domando la carità del perdono e della preghiera, e a tutti ripeto: vogliamoci bene sempre».
Fiorenza e Silvia
La pergamena che la comunità di San Sebastiano consegnò a Mons. Masneri il giorno del suo ingresso a parroco.