Dopo il lungo periodo (1844-1883) durante il quale la nostra parrocchia fu guidata da don Arcangelo Zanetti alla sua morte fu nominato economo spirituale il reverendo Boni Vincenzo, suo coadiutore.
Il terzo parroco don Francesco Ringhini venne nominato dal vescovo mons. Verzieri il 12 luglio 1883 e fece il suo ingresso il 9 settembre.
Nato a Sale Marasino nel 1856 al momento della no-mina svolgeva la sua opera come coadiutore a Ca-priolo.
La sua permanenza a San Sebastiano fu breve: morì di polmonite a soli 35 anni, il 2 febbraio 1891.
Tuttavia gli accorati accenti incisi sulla lapide che gli dedicarono i sansebastianesi delineano, ancora una volta, una figura esemplare di sacerdote e guida sicura, nella carità della nostra parrocchia.
A RINGHINI D. FRANCESCO
TERZO PARROCO DI SAN SEBASTIANO
SETTE ANNI SOLO FU NOSTRO
LA MORTE CHE LO RAPÌ GIOVANE DI 35 ANNI NON RAPIRÀ LA MEMORIA
DELLA SUA CARITÀ DEL SUO ZELO
DELLA SUA OPEROSITÀ PEL DECORO
DELLA CASA DI DIO.
L’APPARATO DELLE QUARANTORE
IL CONCERTO DELLE NUOVE CAMPANE
SONO MERITO SUO.
FU INSIGNE ORATORE
NULLA MANCÒ ALLA SUA VIRTÙ
NÈ TRAVAGLI NÈ AMAREZZE
SPINE DELLA TERRA ROSE DEL CIELO.
MORÌ RIMPIANTO
DALL’INTERA POPOLAZIONE
IL 2 FEBBRAIO 1891.
REQUIEM.
In attesa della nomina del nuovo parroco, Don Teo-dosio Roveglia, avvenuta il 20 novembre 1891, la parrocchia venne affidata a Don Cipriano Donati, nato a S. Apollonio che fu curato “zelante e pio” per 28 anni.
Quando il 2 aprile 1930, il rev. parroco Don Angelo De Giacomi stese l’elenco delle “salme di defunti trasportate dal vecchio cimitero di S. Apollonio a quello nuovo di S. Sebastiano nei giorni 29 e 31 marzo 1930”, precisò quanto segue: “Doveva essere trasportata anche la salma del venerando curato Donati don Cipriano per il quale avevasi ottenuta l’autorizzazione e pagata la relativa tassa; ma la sua parentela di S. Apollonio si è opposta, e così rimase sepolto, la dove l’han messo alla sua morte avvenuta”, cioè nella cappella di San Sebastiano dedicata a Don Zanetti.
Furono trasferiti, invece, nel nuovo cimitero e tumulati sotto l’altare i parroci Zanetti don Arcangelo fu Angelo, Ringhini Don Francesco fu Giovan Maria e Don Teodosio Roveglia fu Giuseppe.