Il primo parroco: Don Antonio Pezzucchi (19 marzo 1839 – 26 dicembre 1843)
Lunedì 22 Luglio 1839, nella Casa Parrocchiale di S. Sebastiano, nel Comune di Lumezzane S. Apollonio, Distretto sesto di Gardone, Provincia Bresciana, Regno Lombardo-Veneto, in presenza del notaio Dome-nico Seneci, residente in Lumezzane, il Reverendo Sacerdote Giuseppe Pellizzari subeconomo, conferisce “il vero e reale possesso e godimento del Benefi-cio Parrocchiale di S. Sebastiano” al Reverendissi-mo Sacerdote Don Antonio Pezzucchi del fu Paolo.
In effetti, Don Antonio ne aveva pieno titolo. Dopo aver esibito la Bolla di canonica istituzione del Be-neficio Parrocchiale di S. Sebastiano, prestò giuramento, secondo gli ordini vigenti: “Giuro e prometto sopra i Santi Evangeli ubbidienza alle leggi e fedeltà a S. M. Ferdinando I Imperatore e Re; e similmente prometto che non terrò alcuna intelligenza, non interverrò in alcun consiglio, e non prenderò parte in alcuna riunione sospetta dentro e fuori del Regno che sia pregiudicevole alla pubblica tranquillità, e manifesterò al Governo ciò che io sappia trattarsi nella mia Parrocchia, o altrove a pregiudizio dello Stato”.
Fra altri obblighi, “il signor Don Antonio Pezzucchi nuovo Arciprete deve promettere “di mantenere, conservare e difendere i Beni e le ragioni dello stesso Beneficio, e che saranno le case riconsegnate lodevolmente riparate, e non deteriorate giusta gli obblighi incumbenti ai possessori dei Beni Ecclesiastici”.
Il documento faceva riferimento, nella parte iniziale, alla Bolla del 25 Ottobre 1838 di Monsignor Vescovo Carlo Domenico Ferrari che aveva istituito anche ca-nonicamente la parrocchia, facendo seguito al decreto governativo del 22 Marzo del 1838, che permetteva “che in questa terra di S. Sebastiano, Comune di Lumezzane S. Apol-lonio venga eretta una apposita nuova Par-rocchia indipendente da quella di Lumez-zane S. Apollonio”. “Pastore della nuova Parroc-chia” si legge nel documento del 22 Luglio 1839 “fu nominato il Reverendissimo Signor Don Antonio Pezzucchi”.
Si concludeva, con buona pace di tutti, una storia travagliata che aveva visto gli abitanti della contrada di San Sebastiano chiedere l’autonomia dalla parrocchia di San Apollonio sin dal 1642. Le ragioni all’origine di questa richiesta erano motivate: vengono ri-conosciute ed elencate puntigliosamente nella bolla istitutiva dal monsignor Vescovo. In essa si sottolinea fra l’altro che la chiesa di S. Sebastiano dista dalla matrice di S. Apollonio più di un chilometro e per di più la via che vi da accesso è in salita e scabrosa. Gli stessi infanti da battezzare devono subire il pericolo della rigida stagione e dell’intemperia mentre vengono trasportati alla Chiesa di S. Apollonio. In secondo luogo la popolazione di San Sebastiano conta ottocento e più anime–quanta press’a poco è la restante di S. Apollonio. Ed osservano che, come nella Diocesi Bresciana esistono molte Chiese Parrocchiali di abitanti inferiori alla loro, così non sarebbe immeritato affatto l’onore che essi chiedono di vedere la propria innalzata al grado decoroso di parrocchiale. Come terza giustificazione i Sansebastianesi portano il fatto che la loro chiesa è tanto vasta che appare costruita dai loro antenati con lo speciale fine di farla ritenere quasi Chiesa Parrocchiale. Inoltre i postulanti hanno dimostrato di poter provvedere, oltre alla casa per l’abitazione del Parroco, al decoro e sufficiente sostentamento col contributo in denaro già da loro raccolto.
Con grande gioia fu accolto il sospirato “smembramento dalla parrocchia di San Apollonio”. Tuttavia, il percorso per una definitiva e completa autonomia fu ancora lungo ed impervio. mettendo a dura prova gli abitanti della Contrada di San Sebastiano che mai si scoraggiarono e, sempre uniti e determinati, si appellarono alle autorità affinché gli accordi fossero rispettati.
Nella lettera del 13 Giugno 1838, indirizzata all’Egregia Curia Vescovile di Brescia, gli abitanti della contrada di San Sebastiano presentano “le loro supplichevoli e fervide preci, onde voglia degnarsi senza perdita di tempo di ordinare l’attivazione della nuo-va Parrocchia nella suddetta Contrada di S. Se-bastiano. La fabbriceria a nome anche di tutta la po-polazione dell’anzidetta Contrada le sottopone l’impossibilità di frequentare l’antica Parrocchia, mentre gli abitanti delle Contrade attigue alla Parrocchia stessa non fanno che beffar e mettere in ridicolo le persone, anche le più onestissime di questa Con-trada di S. Sebastiano che la vorrebbero per intanto frequentare, ed anzi tentano ed hanno tentato proprio nella Chiesa medesima di detta Parrocchia di procedere con fatti invidiosi e maligni contro gli abitanti medesimi di S. Sebastiano onde suscitare de’ disordini, per valersene poi in qualche più sinistro e maligno incontro. Non potendo perciò attendere per parte di questa popolazione… all’assistenza alle Parroc-chiali Funzioni, onde per evitare dei mali maggiori che ne potrebbero derivare volendo continuare a re-carsi a quella Parrocchia, così per tale motivo rimane alle loro case e quindi resta in parte trascurato l’importante interesse spirituale dell’anima. Sotto-pone inoltre le presente Fabbriceria la critica situazione di questa contrada, la quale trovasi ora con una sola Santa Messa Festiva, giacché il Reverendo Don Giovanni Becchetti (cappellano) ha rinunciato alla medesima, per recarsi a celebrare nei giorni Festivi al Santuario di Conche“.
In una successiva supplica del 30 luglio 1838 al-l’Eccellenza Reverendissima Monsignor Vescovo, ri-cordando che “la bramata smembrazione dalla Par-rocchiale di Lumezzane S. Apollonio ebbe principio da quasi quindici anni addietro e quindi vennero in questo tempo superati i tanti rilievi e difficoltà fattagli dal Governo“ fanno presente “le tante gravose spese sostenute e dai sottoscritti e dalla popolazione per giunger al provvedimento delle cose occorrenti per una decente ed onorevole Parrocchia”.
Il 15 settembre 1838, i solerti fabbriceri, ritornano alla carica rivolgendosi al Vescovo “affinché voglia degnarsi della grazia di ordinare il Concorso di Par-roco anche per questa nuova Parrocchia”.
Il 18 settembre ne inviano un’altra al subeconomo de Benefici Vacanti in Carcina accludendo un atto formale, richiesto da Monsignor Vescovo, dove venivano precisati tutti gli accordi per lo stipendio e i benefici da destinarsi al Sign. Parroco. Al primo punto si ricorda che “Viene accordata al futuro parroco l’abitazione gratis (segue dettagliata descrizione). Al se-condo, ”lo stipendio da contribuirsi annualmente vie-ne stabilito a lire austriache ottocento da pagarsi trimestralmente”. Al terzo le elemosine (segue l’elenco preciso delle festività, più la quinta di ogni mese). Mentre, al sesto punto, si ricorda che “Tutte le Sante Messe Festive verranno celebrate dal signor Parroco a beneficio della parrocchia”.
Il 5 Novembre 1838 giunge alla contrada di San Sebastiano l’agognata Bolla di erezione a Parrocchia. La lettera di accompagnamento inviata alla Fabbri-ceria di San Sebastiano di Lumezzane, ne riconosce le legittime attese: “Questa Curia Vescovile le trasmette copia autentica della Bolla, colla quale venne finalmente esaudita la istanza di codesta popolazione essendo eretta in Parrocchia indipendente da quella di S. Apollonio. Si è ancora spedita al Rev.do Sig. Vicario Foraneo di Sarezzo la Patente di Economo perché la faccia tenere a chi ha giudicato di eleggere a tale ufficio.”
In attesa dell’espletamento del concorso, il 5 Novembre 1838, viene nominato economo spirituale il curato di S. Apollonio, Don Giovanni Becchetti.
Il giorno successivo, il parroco di San Apollonio, Don Giovanni Battista Marchi, successore di Don Archeri che tanto osteggiò l’autonomia di San Se-bastiano, accusa ricevuta, con un laconico scritto, alla Fabbriceria di San Sebastiano ”della lettera curiale di Brescia e della inclusa coppia della Bolla Pontifi-cia. Dalla residenza della Parrocchia di S. Apollo-nio“.
Il 7 Novembre 1838 i fabbriceri Bianchi e Saleri richiedono prontamente alla Lodevole Deputazione della Comune di Lumezzane S. Apollonio che “questa nuova Parrocchia venga provveduta degli occorrenti registri dei Battesimi, morti, sposalizi“. Dal-l’ufficio della Fabbriceria partono le lettere per sollecitare i Benefattori in data 6 Dicembre (lettere archiviate dal n. 36 al 54 e 56)
Il concorso per la scelta del parroco fu indetto il 18 dicembre del 1838 e fu tenuto il 6 marzo dell’anno successivo, quando venne scelto Don Antonio Maria Pezzucchi nato nel 1777 a Civitade Camuno e, al momento della nomina, curato a Montichiari.
In una lettera indirizzata alla Rispettabilissima Fab-briceria di S. Sebastiano, protocollata il 19 Marzo 1839, così si presentò.
Sempre Lodevole Fabbriceria
L’indegno sottoscritto venne eletto dal Venerando Superiore e Zelantissimo Vescovo alla loro meritevole Parrocchia di S. Sebastiano.
Glielo annunzio devotamente per predisporli al loro compatimento. Io non mancherò colla grazia del Si-gnore mettere tutto l’impegno e col loro compatimento ed assistenza, spero di essere quale ho l’onor di segnarmi.
Novalli di Montichiari il 19 Marzo 1839
Sempre devoto servo
Don Antonio Pezzucchi
La risposta al Reverendissimo Signor Arciprete fu immediata. Dall’Ufficio della fabbriceria di Lumezzane S. Sebastiano il 22 Marzo 1839, il segretario Seneci così scriveva: ”Lieta oltre modo questa Fabbri-ceria dell’annunzio recatagli dalla di Lei Signoria reverendissima per l’elezione fatta da Sua Eccellenza Monsignor Vescovo nella di Lei degna e rispettabile persona a Parroco di questa novella Parrocchia. Nel fare le più esultanti congratulazioni verso la di Lei Signoria Reverendissima per il fausto avvenimento cotanto bramato da tutta questa popolazione, si riserva la scrivente di rassegnarsi in persona alla di Lei signoria Reverendissima nell’attuale Sua dimora costì fissando a tal effetto dove però a Lei sia di comodo, il giorno 21 aprile non potendo recarsi più presto a motivo dell’entrante Settimana Santa, pregandola poi a non doversi prendere nessun incomodo per questa doverosa visita di congratulazione nella quale interverrà pure il Rev.mo Signor Curato nonché questa deputazione Comunale ed alcuni distinti Benefattori di questa Chiesa.
Spera la scrivente Fabbriceria che la di Lei Signoria Rev.ma accoglierà in benignità le congratulazioni che anticipate le rassegna nel mentre si professa con la più profonda stima e rispetto.”
Nominato il 19 marzo 1839, il primo parroco fece il suo ingresso nella nuova Parrocchia di S.Sebastiano il 14 Luglio 1839.
Nel ”Primo Libro dei Nati di Questa Parrocchia di S.Sebastiano – Eretta l’anno 1838“ si legge al numero:
25 – Io Antonio Pezzucchi Parroco di questa Parrocchia ho battezzata il giorno 22 Luglio 1839 Maddalena Gnutti nata il giorno stesso da Angelo Gnutti e Giulia Bertoli – Padrino Giò.battista Bugatti.
In un documento, del 10 Dicembre 1842, la Fabbri ceria di Lumezzane San Sebastiano, nelle persone di P. Saleri e Bianchi Pietro, dichiara di essere debitrice, verso il reverendissimo Parroco Don Antonio Pezzucchi, di lire austriache 320 e centesimi quarantasei, per arretrati di suo beneficio Parrocchiale del 1839 e 1840. Da tale somma vengono detratte quelle anticipate dal sub economo Pellizzari nel 1840, pertanto la fabbriceria si obbliga di pagare “lire austriache 200, entro due anni oggi incominciati in tante buone valute d’oro, od argento al corso legale, e col relativo annuo interesse del cinque per cento”.
Il Reverendo Parroco non potè riscuotere tutto il beneficio, poiché il 26 Dicembre 1843 morì, come si legge nel Libro dei Morti.
ALCUNI CENNI STORICI PER RICORDARE IL PERIODO IN CUI OPERO’ A SAN SEBASTIANO
Don Antonio Maria Pezzucchi (1839–1843)
Napoleone abdica al trono imperiale. La Lombardia è annessa all’Austria.
1815 Si costituisce il regno Lombardo – Veneto come provincia austriaca
22 Luglio 1839 Don Pezzucchi deve giurare fedeltà a S. M. Ferdinando I° d’Austria
La contrada di San Sebastiano è nel comune di Lumezzane S. Apollonio, Distretto sesto di Gardone, Provincia Bresciana, Regno Lombardo–Veneto.