Chiesa di Maria Madre della Misericordia
Verso il 1478 nel Bresciano si diffuse uno spaventoso contagio che decimò la città e il territorio.
A Lumezzane si invocò l’aiuto di S. Sebastiano, medico spirituale dei cristiani nel Medioevo. «Fu allora che – scrive Emilio Spada – nel piccolo nucleo denominato Piubecco sorse l’oratorio di S. Sebastiano», che in un documento del 21 aprile 1568 è citato come chiesa dei santi Fabiano e Sebastiano.
Nell’aprile del 1672 si acquistò un orto per piantarvi le fondamenta di una nuova chiesa (nel luogo centrale della contrada dove stava la grande fontana pubblica), essendo quella vecchia «incapace e troppo angusta», e si decise di ricorrere al vescovo di Brescia per ottenere licenza di erigerne una più spaziosa e “moderna”. Il prelato concesse il permesso il 24 marzo 1685 e il nuovo tempio sorse secondo il progetto dell’architetto Stefano Bianchi, progettista anche della chiesa di S. Apollonio come risulta da un’annotazione sul registro dei defunti di S.Apollonio alla data dell’8 settembre 1692.
Ma l’armonioso edificio in buona parte venne demolito nel 1895, conservando soltanto la facciata ed il coro, inglobati nel transetto della chiesa nuova progettata dall’architetto Carlo Melchiotti.
Sulla porta laterale è incisa la data del 1722. Il 3 maggio 1723 fu definito il contratto con mastro Giacomo Somalvigo, fabbro muraro comasco, per “stabilir” la facciata. Al medesimo capomastro si deve il restauro del campanile, di cui si assunse l’incarico il 13 luglio 1732 secondo quanto aveva stabilito l’architetto Antonio Spazzi o Spatti nella relazione del 29 maggio precedente, con l’indicazione delle opere da eseguire onde evitasse la rovinosa caduta.
Datata 1728 e firmata da Angelo Paglia è la finissima pala dell’altar maggiore, riproducente la Madonna col Bambino, S. Sebastiano martire e S. Fabiano papa.
L’elegante soasa è dovuta all’intagliatore valsabbino Bartolomeo Zambelli che ne firmò il contratto il 12 luglio 1729 ed il 6 febbraio 1730 ebbe un cospicuo pagamento. Antonio Buoco o Buoso, scultore abitante in Brescia, il 13 ottobre 1748 si accordò per la soasa rococò da collocare all’altare di S. Gaetano, dove è posta una pala settecentesca (la Madonna col Bambino e S. Caetano da Thiene), che si ispira al noto dipinto di Filippo Maria Galletti, conservato nella chiesa di S. Gaetano di Brescia e databile al 1700 circa, mentre l’altare marmoreo fu provvisto nel 1756, grazie al lascito di don Domenico Seneci. Di buon pittore del ‘60.0 è la pala dell’altare laterale dedicato a S. Luca evangelista, rappresentato Con S. Lucia, S. Apollonia e la S. Croce. Nel 1910, in occasione del primo centenario della morte di don Giovanni Battista Bossini (1734-1810), «onore, vanto e protezione della parrocchia di S. Sebastiano», venerato come un santo, fu collocata in chiesa una lapide col suo ritratto ed un’epigrafe laudativa.
Nel 1922 Baldassare Schoefers e Giovanni Schoppen della provincia di Sassonia costruirono l’organo che conserva anche delle ottime canne settecentesche italiane.
Gli stucchi della chiesa sono opera del milanese Gian Battista Martinetti che lavorò con gli affreschisti bergamaschi Giovanni Cavalleri ed il figlio e con altri artigiani dal 1921 al 1923.